5 ottobre 2014 – Il respiro dell’isola

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Centro Fiore di Loto, con i suoi insegnanti, ha condotto la pratica di yoga inserita nell’esperienza inaugurale svoltasi a “NAKE residenza artistica” – Sant’Alfio, nell’ambito del progetto “Il respiro dell’isola tra Terra Fuoco e Acqua”, curato da Nilla Zaira D’Urso, in onore degli artisti Solveig Cogliani, Danilo Maestosi e Shuhei Matsuyama.

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Abbiamo accolto l’invito di Nilla inserendoci nel suo progetto e, per questa esperienza di yoga, ci siamo messi in ascolto del respiro dell’isola siciliana.
Il respiro dell’isola, nella lingua dell’isola, è Ciatu o Hjatu, che letteralmente è fiato-respiro ma esprime l’emozione ed il sentimento del cuore.
“Ciatu miu” si dice per manifestare l’affetto nei confronti della persona a cui l’espressione è rivolta, solitamente il figlio o il nipotino.
“Ciatu di lu me cori” si dice all’innamorato. “Ciatu di lu me cori l’amuri miu si tu” cantava Rosa Balistreri, la cantastorie licatese.
“La persona giusta è quella che respira allo stesso ritmo tuo” ci dice Alessandro D’Avenia, scrittore e sceneggiatore palermitano.
Questo respiro il cui ritmo unisce non è certo il respiro in senso fisiologico ma è appunto il siciliano “Ciatu”, il soffio, l’alito, dal latino halitus, nel senso di spirito, fiato dell’anima, è il francese souffle, lo spagnolo aliento, il sanscrito “prana”…
“Dio soffia un alito di vita e l’uomo diviene un essere vivente”” si dice nella Genesi identificando l’alito con la forza vitale.
“Finire con l’alito” dicono i pittori per indicare la massima perfezione.
Nel tedesco antico l’espressione “spiritus sanctus” era resa con “atum”, alito e nel latino, nel greco, nell’ebraico e nell’arabo esistono degli stretti nessi etimologici fra le parole “anima”, “spirito”, “soffio” e “alito”.
Questo alito, questo “Ciatu” a Lampedusa diventa “O’ scia’”, mio respiro, fiato mio.
“O’ scia’” pronunciamolo, sentiamone la musicalità…, percepiamolo come suono onomatopeico del respiro…, come “mantra” del respiro, “o” all’inspiro, “scia” all’espiro…
Le varie tradizioni si ricollegano e si uniscono: nella tradizione indiana, in sanscrito, “So Ham” è il mantra sacro del respiro, cantato spontaneamente da ogni individuo col respiro naturale, dove “So” è associato all’inspirazione e “Ham” è associato all’espirazione.
Così “So Ham” è ad ogni inspiro ed espiro. Ad ogni inspiro ed espiro la consapevolezza di essere respiro, soffio, alito, spirito…
Ascoltiamo allora il fluire della vita attraverso l’osservazione consapevole del nostro respiro.
Sarà il respiro a guidarci nella pratica di yoga stabilendo un contatto con l’elemento Terra (simboleggiata dall’Albero), coll’elemento Fuoco (simboleggiato dalla Montagna) e con l’elemento Acqua (simboleggiata dal Mare).

Ringraziamo la carissima Nilla per la condivisione di questa esperienza e gioiamo con lei: il suo “sogno” della residenza artistica è una realtà.

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Insieme agli artisti ed a Nilla
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La bellissima torta augurale con il logo di Nake
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L’artista Solveig Cogliani dipinge a Nake
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L’artista Danilo Maestosi dipinge a Nake
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L’artista Shuhei Matsuyama dipinge a Nake