Domenica 10 settembre 2006
“SHANTI – Yoga per la non violenza” secondo incontro per la pace. Trekking sull’Etna.
Il nostro percorso ha avuto come scenario le bocche eruttive che diedero luogo alla colata lavica del 1928, quando, in soli diciotto giorni, dal 2 al 20 novembre, il vulcano eruttò 43 milioni di metri cubi di lava, ricoprendo circa 800 ettari di terreno coltivato e distruggendo l’abitato di Mascali.
Programma:
ore 9:00 | Incontro dei partecipanti presso l’azienda agrituristica “Ai Vecchi Crateri” S. Alfio |
ore 9:30 / 13:00 | Yoga trekking sull’Etna. Percorso guidato sulle colate laviche del 1928 e pratica yogica a contatto con la natura. |
ore 13:00 | Pranzo vegetariano presso l’azienda agrituristica “Ai Vecchi Crateri” |
ore 15:30 / 19:00 | Forum sul concetto di “AHIMSA”, la non violenza. Pratica collettiva di Yoga. Meditazione guidata dedicata alla pace nel mondo ed alla reciproca tolleranza |
Trekking sulla colata lavica del 1928
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Trekking sulla colata lavica del 1928
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Il trekking yoga coniuga il moto del cammino con la quiete dello yoga conducendo ad uno stato di totale benessere.
Il “trekking” è faticoso ma nello stesso tempo gratificante, lo “yoga” è strumento di rilassamento, di attenzione al respiro, di osservazione dell’interiorità.
Camminare nel silenzio della montagna induce ad un rapporto più intimo con se stessi e trasmette un grande senso di libertà.
Con lo yoga si recupera lo sforzo muscolare sostenuto, si riporta il respiro alla normalità e viene interiorizzata l’esperienza vissuta.
E’ un’esperienza indimenticabile, un’emozione che si ripete ad ogni passo, un’occasione per sperimentare contemporaneamente la propria forza ed i propri limiti.
Pratica di yoga a contatto con la natura
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Pratica di yoga a contatto con la natura
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SHANTI significa PACE.
Nel pomeriggio il nostro forum sul concetto di “Aimsa”, la non violenza, ci ha portato a riflettere sulle parole del Mahatma Gandhi che ha detto “l’arma più potente è la facoltà di resistere con l’amore”:
Abbiamo parlato di Tiziano Terzani e del suo libro “Lettere contro la guerra” riproponendoci di accoglire l’invito dell’Autore a “fermarci, riflettere, prendere coscienza,…cogliere l’occasione per fare un esame di coscienza, accettare le nostre responsabilità di uomini occidentali e cercare di fare un salto di qualità nella nostra concezione della vita…Il mondo ci sta cambiando attorno. Cambiamo allora il nostro modo di pensare, il nostro modo di stare al mondo…Rimettiamo in discussione tutto e soprattutto non arrendiamoci alla inevitabilità della guerra come strumento di giustizia o semplicemente di vendetta…Abbiamo perso la misura di chi siamo, il senso di quanto fragile e interconnesso sia il mondo in cui viviamo e ci illudiamo di poter usare una dose di violenza per mettere fine alla violenza altrui”.